Notturni
di versi
L’Associazione Culturale Porto dei Benandanti sa bene che le
notti, a giugno e luglio, si fanno più intense e luccicanti, ed è
anche per questo che dal 2005 organizza Notturni di versi -
piccolo festival della poesia e delle arti notturne.
La notte è il buio, l’insondabile, il non ancora scoperto, che
accompagna gli umani da sempre, suscitando timore ma, al
contempo, sollecitando ricerca e conoscenza. Fin dall’antichità
più remota, guardavamo il cielo notturno e scoprivamo
costellazioni, stelle e riflessioni a queste collegate: tentativi
di dare significato all’incertezza dell’esistere, immaginando, di
volta in volta, verità, anche solo abbozzate, da stringere.
La notte diviene così il momento privilegiato per la poesia che,
con il suo racconto, traccia possibili significati nell’enorme
lavagna del cielo buio.
Gli incantevoli spazi dedicati agli eventi di Notturni di versi
2016, giunto alla dodicesima edizione, saranno il Centro Storico
di Portogruaro, il Museo Archeologico Nazionale Concordiese e la
Piazza della Pescheria che si affaccia direttamente sul fiume
Lemene a Portogruaro, il Giardino di Palazzo Altan Venanzio e i
Vivai Bejaflor il Cortino del Castello di Fratta con la Casa
Colonica del ‘600 e la Chiesa di Santa Cristina di Gorgo a
Fossalta di Portogruaro, Villa Dell’Anna Brezzi di Teglio Veneto
e il Parco Ungaretti di Sagrado (GO).
Non dimentichiamo le notti a luglio! Performances teatrali e
musicali, presentazione di libri, incontri con gli autori,
esposizioni d’arte, slam poetry e tanta poesia recitata dai
poeti!
UAGG!!
Il festival ha sempre avuto un tema, una sorta di filo rosso
lungo il quale poter costruire la manifestazione, così da dare
uno stimolo agli autori di volta in volta invitati.
Da due anni a sostituire il tema sono state invece due dediche:
nel 2014 a Federico Tavan (La naf spazial) e nel 2015 a Pier
Paolo Pasolini (con te e contro te). L’intento, lungi dall’essere
una celebrazione, era invece indirizzato a (ri)attivare un
dialogo-confronto partendo da due autori importanti per la poesia
italiana.
Anche per l’edizione 2016 l’Associazione Culturale Porto dei Benandanti
continuerà a promuovere la poesia con rinnovato entusiasmo
partendo da due poeti di rifermento ovvero Giuseppe Ungaretti e
Allen Ginsberg. Quest’anno infatti ricorrono i cent’anni dalla
pubblicazione del Porto Sepolto la raccolta del poeta italiano
intensamente legata all’esperienza della Grande Guerra e i
sessanta dall’uscita di Urlo dell’autore americano.
L’anniversario dell’uscita dei due importanti libri e il fascino
di approfondire il rapporto tra i due poeti, che si è
concretizzato in vari incontri, tra i quali ricordiamo
quello avvenuto al Festival dei due Mondi di Spoleto nel
1967, ha persuaso gli organizzatori del festival a intitolare
l’edizione 2016 UAAG!!!: una sorta di esclamazione che però possa
essere anche urlo liberatorio, nato dall’acronimo del nome e
cognome dei due poeti, resi così inseparabili fondendo i confini
delle loro divergenze e convergenze.
L’intento dell’edizione 2016 vuol essere quello di provare a
generalizzare l’esempio Ungaretti – Ginsberg, poeti lontani tra
loro, ma nonostante tutto capaci di riconoscere la “verità” l’uno
nella poesia dell’altro e di farsene carico. A dimostrazione che
la bellezza delle rispettive opere era reciprocamente
riconosciuta benché i loro percorsi poetici e di vita fossero
assai diversi. Così come ben spiegava lo stesso Ungaretti
parlando di Ginsberg:
«So benissimo che un poeta non è mai misura di un altro poeta
perché, se così non fosse, non ci sarebbe più poesia, non sarebbe
lecito soffermarmi ad ascoltare Ginsberg avendo nominato Leopardi...
Invece mi è lecito di andare in compagnia nel medesimo tempo di
Jacopone e di Petrarca, di Villon e di Leopardi, di Ginsberg e di
Mallarmé: ciascuno di essi ha da dirmi la sua verità e di
ciascuno la verità diversa esige da chi la manifesta che le sacrifichi
interamente la vita, senza mai secondi fini. Perché la poesia si
esprime attraverso fatti personali, particolarmente attraverso
fatti personali, l'aspirazione e la disperazione, che in un dato
momento sono comuni a tutti. La radice della poesia si fonda
nelle vicende private di una persona per affondarsi nella storia
di un periodo, per illuminarsi al di là e al di sopra della
storia. E tale è la ricetta poetica della beat generation,
ricetta efficacissima: vi ricorrono solo i veri poeti».
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