lunedì 20 giugno 2016

Medici Senza Frontiere Gli ospedali non sono un bersaglio - Newsletter di maggio

Newsletter N° 242 - Maggio 2016
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Gli ospedali non sono un bersaglio
Gli ospedali non sono un bersaglio

Nella notte tra il 27 e il 28 aprile attacchi aerei hanno ridotto in macerie l’ospedale di Al Quds supportato da MSF ad Aleppo, in Siria. Hanno fatto saltare in aria almeno 55 uomini, donne e bambini. Hanno ucciso uno degli ultimi pediatri rimasti in città. Nelle ultime settimane ad Aleppo nessuno è al sicuro dai bombardamenti.

Gli attacchi contro le strutture sanitarie, che lottano per fornire assistenza salvavita, sono ormai routine nelle zone di conflitto. Dall'inizio del 2016 sono stati colpiti 8 ospedali di MSF o supportati da MSF (7 in Siria, 1 in Yemen). Nel 2015, 106 bombardamenti aerei e attacchi hanno colpito 75 ospedali di MSF o supportati da MSF (63 in Siria, 5 in Yemen, 5 in Ucraina, 1 in Afghanistan, 1 in Sudan).

Joanne Liu, Presidente di MSF International, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che la risoluzione per fermare futuri attacchi contro ospedali, pazienti e civili nelle zone di guerra sia trasformata in azione. Con queste parole:

"Siamo di fronte a un’epidemia di attacchi contro le strutture sanitarie che sta minando la nostra capacità di svolgere il nostro lavoro. Cercare o fornire cure mediche non deve essere una sentenza di morte. Fate in modo che questa risoluzione salvi vite".


Noi non lasceremo i pazienti da soli. E non staremo in silenzio.
La mappa dell'accoglienza che esclude
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Il vaccino giusto
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Bilancio 2015. Il video del nostro direttore
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Grazie a tutti i nostri sostenitori! Il 2015 ha visto un incremento del 5% dei proventi, da 50,2 Milioni di Euro a 52,3. Anche nel 2015 la grande maggioranza dei proventi da Raccolta fondi proviene da scelte fatte da privati cittadini. Guarda il video ►
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Distruggere un ospedale significa privare migliaia di persone di assistenza medica in aree in cui è drammaticamente necessaria. Molti paesi tra cui la Siria, lo Yemen, l'Afghanistan, il Sudan e l'Ucraina sono aree di conflitto. In questi Paesi noi ci siamo per portare soccorso medico-umanitario, per gestire strutture sanitarie e per curare feriti di guerra. Questo è possibile solo grazie al sostegno dei nostri donatori. Il tuo sostegno per noi è fondamentale. 
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