COMUNICATO
STAMPA
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È uscito “Il Foglio volante” di maggio
È pronto e sarà spedito a giorni il numero di maggio 2016 del “Foglio
volante - La Flugfolio - Mensile letterario e di cultura varia”, al suo 31°
anno di vita, numeroche ha più pagine del solito.
Compaiono in questo numero, che ha piú pagine del solito, le firme di Rinaldo
Ambrosia, Fabiano Braccini, Enrica Capretta, Aldo Cervo, Luigi Chiarovano, Renato
Corsetti, Francesco De Napoli, Lino Di Stefano, Jason R. Forbus, Béatrice Gaudy,
Emerico Giachery, Maria Giusti, Amerigo Iannacone, Tiberio La Rocca, Tommaso
Lisi, Riccardo Maggese,Martino Marangon, Dario Maraviglia, Adriana Mondo, Gabriella
N. V. Napolitano, Silvana Poccioni, Patrick Sammut, Antonio Tabasso, Antonio Vanni,
Antonio Villa, Adāo Wons.
Con questo numero inauguriamo anche una nuova rubrica “L’Aquilone -
poesia giovane”, curata dal poeta Antonio Vanni.
Ricordiamo che per ricevere regolarmente “Il Foglio volante” in formato
cartaceo è necessario abbonarsi. L’abbonamento – che dà diritto all’omaggio di tre
libri delle Edizioni Eva per un prezzo di copertina superiore al costo
dell’abbonamento (20 euro) – serve anche a sostenere un foglio letterario che
non ha altre forme di finanziamento. Per ricevere copia saggio, ci si può
rivolgere all’indirizzo: fogliovolante@libero.it
oppure al numero telefonico 0865.90.99.50.
Riportiamo, qui di seguito, l’articolo di apertura, a firma Renato Corsetti,
una poesia di Antonio Tabasso e un epigramma della rubrica “Ocello Lucano”,
curata da Francesco De Napoli.
“Ghimile ghimilama” - A proposito di lingue inventate
Il movimento per la lingua internazionale esperanto
viene spesso accusato di voler far scomparire tutte le lingue del mondo a
favore dell’unica lingua esperanto. Ovviamente questa accusa viene lanciata
proprio da quelli, parlanti di inglese e collaborazionisti dell’ultima ora, che
praticamente oggi stanno facendo scomparire tutte le lingue del mondo. Dico
questo per spiegare perché una casa editrice che si occupa di dialetti locali e
di esperanto ha stampato questo libro. Del resto l’anima di questa casa
editrice, Amerigo Iannacone, senza dare fastidio a nessuno e senza presentarsi
come uno degli intellettuali italiani, ha fatto una marea di cose nella vita. A
parte insegnare l’esperanto, fare grammatiche e vocabolari, ha pubblicato una
serie infinita di libri in italiano, in dialetto e in esperanto. La sua casa
editrice Edizioni Eva fa concorrenza a case editrici ben piú blasonate.
Devo riconoscere che è valsa la pena leggere questo
libro. Uno degli autori è Massimo Acciai, che è anche uno scrittore di libri di
fantasia (fiction, dicono i collaborazionisti) e quindi ha un debole per
le lingue artificiali inventate in varie opere letterarie e ne parla, ne
riparla ed anche ne presenta una inventata di sana pianta. È un gioco
letterario che ha affascinato molti scrittori da Tolkien a James Joyce.
Acciai, però, si riscatta e passa anche alle lingue
artificiali piú classiche inserendo nel volume un capitolo sull’esperanto e un
capitolo, con grammatica, del Volapük.
Se vi riesce difficile trovare altre fonti sul Volapük, qui lo potete quasi
imparare.
Il secondo autore, Francesco Felici, è un linguista
che sa tutto del norvegese, o meglio delle lingue norvegesi, perché ne esistono
almeno due di lingue nazionali. In questo libro potete approfondire la
situazione linguistica della Norvegia, che, diventata nazione all’inizio
dell’ottocento, si dovette inventare una sua lingua nazionale (Romantisme
oblige, si potrebbe dire). La situazione era piú complicata di quella
italiana. C’era la classe dirigente che parlava danese (la lingua degli
occupanti precedenti, perché come si sa la classe dirigente sta sempre con gli
stranieri – come Renzi con il suo inglesorum). C’erano i contadini che
parlavano dialetti diversi e non si capivano. Insomma, Manzoni certamente un
po’ esagerava con il suo «Una d’arme, di lingua, d’altare / di memorie, di
sangue e di cor» rivolto all’Italia, ma il Manzoni norvegese nemmeno ci poteva
provare.
Comunque, pianifica oggi e pianifica domani, alla fine
si è arrivati a due lingue, che piano piano hanno imparato a convivere e forse
si fonderanno pure. È interessante notare che non si pianificano solo le lingue
come l’esperanto, ma anche le lingue nazionali in misura diversa. Il norvegese
è stato piú pesantemente pianificato dell’italiano, ma anche l’italiano in
alcuni sue varianti è pienamente artificiale. Provate a leggere i libretti
delle opere di Verdi o di Mozart (ad esempio: «ove olezzano libere e molli /
l’aure dolci del suolo natal», «libiam nei lieti calici», «e che guardar
degg’io?») per credere. Ovviamente qualcuno poi ha deciso di non dire deggio
e di non dire aure.
Insomma questo libro soddisfa le esigenze di coloro
che si occupano di letteratura, di lingue internazionali e di norvegese.
Renato Corsetti
Ghimile
Ghimilama – Breve panorama su alcune lingue artificiali, rivitalizzate e piú o
meno follemente manipolate. A cura di Massimo Acciai Baggiani e Francesco Felici. Edizioni Eva, Venafro,
2016, pagg. 256, € 20, ISBN 978-88-97930-72-3.
Non ho tempo
Non ho tempo
per dire grazie,
né per dire scusa,
non ho tempo
per dire t’amo.
Vorrei fermarmi…
sentire il cuore che batte
che scandisce il ritmo della
vita
che corre col tempo,
ma io
non ho tempo!
Dovrei
vincere la noia
e l’indifferenza dei sensi,
tentare parole non dette
per me
per te
per i nostri giorni fatti
uguali.
Dovrei
violare il segreto dei
silenzi,
spezzare la catena dei
ricordi
e vivere
cercando il sorriso della
gente,
l’illusione
e la disperazione dei miei
vent’anni,
la gioia del sole e delle
notti,
l’ansia di un giorno lontano
da te,
l’armonia che non vedo
e sperare…
Ma non è piú tempo!
Tornerò
alla pace della mia vita
consueta,
lascerò nelle pieghe
dell’anima
l’istinto che brucia,
fingerò alibi nuovi
per le occasioni perdute,
e continuerò a credere
che tutto sommato
sia giusto fare cosí.
Vorrei vicino mio figlio…
Vorrei dimenticare,
bambino con lui,
che gli sono mancato
e cancellare il rimpianto.
Antonio Tabasso
Roma
“Premio Salvator Rosa” per la
poesia 1979, quinto classificato.
Ὄκελλος Λευκανός
di Francesco De Napoli
La vita in/diretta
I televisivi
contenitori
censiscono lager,
gulag, ghetti,
obitori.
Sia di conforto
credersi,
tra i morti,
vivi.
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