2 e 3 APRILE 2016 ore 21.00 CUBO TEATRO Via
G.Pallavicino 35 Torino
HARVEST
(quanto
costa un uomo al chilo?)
Testo di Manjula Padmanabhan
Traduzione Alice Spisa
Drammaturgia e regia Matteo Salimbeni e Fulvio Vanacore
Scenografia Andrea Belli
Costumi Valeria Donata Bettella
con: Cecilia Campani, Giacomo Marettelli Priorelli, Michele
Mariniello, Beppe Salmetti, Carla Stara
Esistono
un primo, un secondo e un terzo mondo. Gli abitanti del primo hanno
case ariose, figli robusti e rendite sicure. Quelli del secondo hanno
case di mezzo, figli di mezzo, lavori mediamente redditizi. Gli
abitanti del terzo mondo hanno lo stomaco vuoto, e i loro bagni sono
putrescenti latrine. Om Prakash è un abitante del terzo mondo. Un
giorno trova un lavoro: gli stomaci della sua famiglia smettono di
gorgogliare e la casa si riempie di stereo, televisori, docce,
sifoni... Che lavoro ha trovato Om? E, soprattutto: perché il suo
unico dovere è mantenersi sano e in forma?
La stagione SCHEGGE 2015-2016 ritorna il 2 e 3 di Aprile 2016 con uno
degli appuntamenti più interessanti della stagione. Si conferma
ancora una volta la scelta di testi di scrittori e drammaturghi contemporanei
con una forte urgenza di stare all’interno della società in cui
vivono. E’ la volta del testo originale di Manjula Padmanabhan, autrice ed
illustratrice indiana che nel 1997 ha vinto il Premio Internazionale
Onassis.
HARVEST (quanto costa un uomo al chilo?), un testo fantascientifico
che racchiude al suo interno una estrema molteplicità di tematiche,
un testo rappresentato in più parti del mondo, dall'India
all'Inghilterra alla Grecia.
Partendo dalla tragedia del traffico di organi in India (l'odiosa
ingiustizia perpetrata da parte della fantomatica Interplanta
Services nei confronti della famiglia Prakash) il testo descrive
le ingiustizie perpetrate dal 1° mondo nei confronti dei paesi più
poveri, per arrivare alla riflessione sulla figura della donna
(attraverso Jaya la protagonista) sul suo riscatto e la sua dignità
Teatro MA è partito da questi elementi per l’adattamento teatrale
cercando di avvicinare il più possibile il testo di Manjula al nostro
contesto, mantenendo intatte le tematiche di fondo e le relazioni
sceniche, e concentrandosi sugli aspetti più espressivi, come il
linguaggio e la caratterizzazione dei personaggi.
Il linguaggio: la compagnia ha lavorato alla creazione di un registro
basso e di un registro alto, basandosi sulla lingua italiana. La
famiglia Prakash parla una lingua bassa, gergale, pulsante, che
attinge da varie forme dialettali.
La messa in scena: una scenografia molto semplice. Il banco regia in
scena divide il mondo dei ricchi dalla famiglia protagonista.
La postazione dove il regista lavora coi paesaggi sonori e fa partire
i suoni che accompagnano la narrazione porta inevitabilmente a ritrovare
la struttura del radiodramma. Anche nell’allestimento rimane quindi
centrale la ricerca dell’astrazione: le panche e le sedie di casa
Prakash sono delle casse audio illuminate da dentro. La televisione
che Ginni dona alla famiglia Prakash è un altoparlante. E così via.
Gli attori svolgono dunque una duplice funzione, in un'alternanza
ritmata da scena agita a scena raccontata. Ciò ci ha permesso non
solo di restituire un'atmosfera straniante alla messa in scena, ma di
accentare alcuni passaggi cruciali, e particolarmente emblematici del
testo.
Teatro Ma nasce nel 2011 a Milano, è fondata da dieci attori
diplomati all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, che sfruttando
la formazione comune, l’affiatamento di gruppo e allo stesso tempo i
diversi modi di concepire il teatro, dando vita a un percorso
artistico ricco ed eterogeneo.
Portato in scena per la prima volta nella rassegna “Outis – trame
d’autore” al Piccolo Teatro Grassi di Milano e allo Spazio
Tertulliano nella stagione 2013/2014, HARVEST è finalista al
Play Festival presso l’ATIR Ringhiera ed è presente nella stagione
2015-2016 del Teatro Elfo Puccini di Milano.
Biglietti INTERO 10 €
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