domenica 3 maggio 2015

Il Foglio volante di maggio 2015

COMUNICATO STAMPA

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È uscito “Il Foglio volante” di maggio 2015

È appena uscito e sta per essere spedito agli abbonati, il numero di maggio del mensile “Il Foglio volante - La Flugfolio” (anno XXX, n. 5). Vi compaiono testi di Rosa Amato, Bastiano, Paolo Augusto Bonomi, Loretta Bonucci, Aldo Cervo, Carla D’Alessandro, Paolo Di Stefano, Elmys Garcia Rodriguez, Amerigo Iannacone, Dario Maraviglia, Carlo Minnaja, Nadia-Cella Pop, Patrick Sammut, Gerardo Vacana.
Ricordiamo che per ricevere regolarmente “Il Foglio volante” in formato cartaceo è necessario abbonarsi. L’abbonamento – che dà diritto a ricevere tre libri omaggio per un prezzo di copertina superiore al costo dell’abbonamento (20 euro) – serve anche a sostenere un foglio letterario che non ha altre forme di finanziamento. Per ricevere copia saggio, ci si può rivolgere all’indirizzo: fogliovolante@libero.it oppure al numero telefonico 0865.90.99.50.
Riportiamo, qui di seguito, l’articolo di apertura, ripreso dal “Corriere della Sera” a firma Paolo Di Stefano, una poesia di Gerardo Vacana, una breve nota dalla rubrica “Appunti e spunti” e un epigramma della rubrica “Versetti e versacci”.


L’egg sharing e la soglia linguistica da non varcare

Se, come diceva Carlo Levi, le parole sono pietre, fermate, per favore, questa folle valanga anglofona. Ora arriva anche l’«egg sharing», un composto lessicale che mette insieme l’uovo, o meglio le cellule riproduttive femminili («egg»), e lo «sharing», letteralmente «condivisione», termine inglese che conoscevamo associato a «car» (auto) e a «bike» (bicicletta). Coniazioni tecnico-linguistiche che si usano per indicare una nuova mobilità urbana in multiproprietà o a noleggio, una sorta di veicolo collettivo per più utenti.
Che la stessa definizione finisca nel vocabolario della fecondazione eterologa, cioè in un ambito con valenze necessariamente morali, è un altro, forse l’estremo, indizio del provincialismo italiano. E se si può pure soprassedere con un sorriso sul question time parlamentare, se non si può fare a meno dello spread, se il mouse non è sostituibile con il «topo», sarebbe bene che almeno si considerassero i contesti prima di adottare un nuovo forestierismo. Specie se a prendere questa iniziativa è una commissione del ministero della Salute, che dovrebbe avere sensibilità (anche terminologica!) su argomenti particolarmente delicati come quelli che riguardano la persona, non le cose (oggetti, auto, bici, motori eccetera).
Già nel settore scolastico la frequenza di anglicismi superflui è quanto di più paradossale si possa immaginare: si pensi ai vari «blended», «comfort zone», «decision making», «mentor», «school bonus», «policy» che mette orgogliosamente in mostra il documento renziano sulla cosiddetta Buona Scuola, tutti peraltro dotati di un accettabile corrispettivo italiano. Ma che in un ambito che chiama in causa la maternità si ricorra a una terminologia che inevitabilmente finisce per evocare le ultime frontiere dell’urbanistica e dei flussi di traffico pare davvero eccessivo. Rendendo ridicolo ciò che è invece molto serio.

Paolo Di Stefano
(Dal Corriere della Sera, 12/4/2015)




Santa Lucia 2014

Oggi Santa Lucia: secondo i calcoli
dell’astronomia contadina,
la giornata si allunga
di un passo di gallina.
Il cielo luminoso e il sole caldo
ci inducono all’ottimismo
e lo crediamo anche noi.
Festeggiamo i 99 anni (quasi cento,
coi mesi prenatali) e l’onomastico
dell’ultima zia che mi resta.
Nascendo in questo giorno,
si scelse da sé il nome di battesimo: Lucia!
Ne ebbe in dono gli occhi belli e buona vista.
Ci mise di suo l’allegria.

Gerardo Vacana
Gallinaro (FR)



Appunti e spunti
Annotazioni linguistiche
di Amerigo Iannacone

Very italian

Ormai in alcune teste gloriose c’è una sorta di vuoto dove vengono sballottolate parole italiane e inglesi come le palline delle estrazioni del lotto in un bussolotto e vengono tirate fuori a caso, a caso vengono accostate nel formare frasi insensate o ridicole parole. Questa almeno è l’impressione che si ricava quando ci si trova di fronte a parole come “VeryBello”, che, ci dicono, è «una piattaforma digitale interattiva che, attraverso un linguaggio immediato e visivo, racconta l’Italia da un punto di vista inedito» e parlano di «Un viaggio nella bellezza italiana (very italian?, ndr) che, grazie agli eventi culturali fotografati, ne rivela ricchezza e unicità (e chi altri poteva pensare un termine come “VeryBello”? ndr). Culturali, poi. Quanto a cultura, ci sorge qualche dubbio. Ma non era meglio il verdoniano “un sacco bello”?


VERSETTI E VERSACCI
di Bastiano


Homo Salvinus

Charles Darwin
non aveva ragione:
abbiamo la prova
dell’involuzione.

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