Gabriella
Baracchi è rimasta orfana della madre a sette anni e poi ha vissuto
fra ospizi e istituti di Provvidenza. Beninteso, la storia è
incentrata su quel tempo di miserie, di stenti, di incredibile
povertà e ha un suono di una purezza straordinari, al punto da non
consentire al lettore momenti di distrazione oppure di rapide
sospensioni. Una volta preso in mano il libro, credo che nessuno
riesca a lasciarlo: si arriva alla fine con il fiato sospeso e non
già per le avventure minime che contiene, ma perchè si fonda su una
musica interiore eccezionale.
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