mercoledì 25 marzo 2015

Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone. Vernissage mostra 0M/NO PLACE TO HIDE. Comunicato stampa.

Spett.le redazione,

ci pregiamo inviarvi un comunicato inerente il vernissage della mostra 0M/NO PLACE TO HIDE che si terrà venerdì 27 marzo alle ore 18:00 presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone sita in Piazza Cavour, 44.
Si rimane a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione e si porgono i più cordiali saluti.

Stefano Olivo.


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Stefano Olivo
Istruttore Culturale
Biblioteca, Archivio Storico e Attività Museali
Servizio ai cittadini





0M/ no place to hide
28.03 – 03.05.2015
a cura di
Martina Cavallarin | Stefano Monti
Inaugurazione Venerdì 27 Marzo ore 18.00
Galleria Comunale d'Arte
Contemporanea di Monfalcone
Piazza Cavour, 33 Monfalcone (GO), Italy
0M/0M/ no place to hide
a cura di Martina Cavallarin | Stefano Monti
Alterazioni Video, Lorenzo Commisso, Francesco Jodice, Masbedo, Marco Mendeni, Marotta &
Russo, Ryts Monet, Maria Elisabetta Novello, Elisa Giardina Papa, Antonio Riello, Michele
Spanghero, Giuseppe Stampone
Il bisogno di spiritualità, di arte e di bellezza – afferma l’assessore alla Cultura di Monfalcone,
Paola Benes - è sempre più forte nelle persone che vivono consapevolmente il momento critico
che l’umanità sta attraversando. A questa constatazione di analisti e sociologi, Monfalcone
risponde considerando la cultura un prezioso investimento per il futuro, e desidera dimostrarlo
concretamente con la mostra che inaugura Venerdi 27 Marzo alle ore 18.00 nelle sale della
Galleria Comunale di Arte Contemporanea, che ha anche l’obiettivo di promuovere le espressioni
artistiche attuali e di far comprendere il linguaggio dell’arte contemporanea a fasce di pubblico
sempre più ampie. Monfalcone è città contemporanea: lo testimoniano le sue caratteristiche
demografiche, economiche e sociali; e si proietta nel domani confermando e rilanciando le scelte
che danno vita ai grandi contenitori culturali di cui ha saputo dotarsi.
0M/ no place to hide è un dispositivo, una suggestione, uno stimolo di riflessione dei curatori
Martina Cavallarin e Stefano Monti che coinvolgono un gruppo di artisti italiani chiedendo loro di
indagare, muoversi, navigare, all’interno della cultura contemporanea che ha come mantra:
“Produci, condividi, commenta”. Più è meglio, sempre e senza eccezioni.
Facciamo di tutto per avere sempre più consenso, pensiamo che sia necessario averlo. Scegliamo
la frase giusta, l’hashtag giusto, condividiamo articoli, immagini, rispondiamo ai sondaggi, li
allarghiamo, pubblichiamo le nostre foto, la musica che ascoltiamo, le cose che abbiamo
acquistato o che vorremmo acquistare, film che abbiamo visto o scaricato, serie TV.
L’obiettivo è controllare like e fan. Siamo felici o delusi a seconda che i nostri post siano più o
meno seguiti e condivisi. Vogliamo piacere, questo è insito nella natura umana, con la differenza
che oggi abbiamo una metrica costante, in continuo aggiornamento di quanto vogliamo piacere e
di come fare per ottenere di piacere. Il meccanismo narcisistico trova nella contemporaneità canali
di amplificazione a gettito illimitato.
Questo continuo “aggiornamento” crea assuefazione, fino ad arrivare a un punto in cui ci rendiamo
conto che avere tanti fan, tante persone che ci seguono, e che conseguentemente in qualche
modo ci controllano, ci giudicano e che vogliamo/dobbiamo “accontentare”; spesso condiziona,
seppur a livello di subconscio e involontariamente, le scelte che operiamo, portandole verso un
processo di normalizzazione.
“Siete in troppi”. Su questa affermazione 0M/ no place to hide costruisce il suo scarto, afferma
una necessità, attiva un’urgenza non ponendosi come una critica sociale, non negando il social,
ma interrogandosi e proponendosi come analisi della coscienza individuale e dell’atteggiamento
psicologico collettivo, come esercizio di ricerca delle modalità con le quali si abita il mondo e si
attraversa la società contemporanea.
Il dispositivo dell’indagine si attiva come reazione o come tentativo di risposta alla reiterata e
suggestiva Teoria del complotto, struttura del controllo, al quale siamo costantemente soggetti,
della mancanza di privacy, della “nuova” solitudine, determinata dallo stare sempre in compagnia
sebbene virtualmente, alla quale siamo ossessivamente soggetti.
Nella Teoria del complotto si annidano tutte le dinamiche insite nelle molteplici sfere dell’esistenza
che vanno dal medium freddo -per parafrasare Marshal MacLuhan- che è la televisione ora
interattiva, strutturata e a celle dalle quali è possibile entrare e uscire continuamente, al transito
nelle strade cittadine sorvegliate da telecamere, fotocamere, fotocellule, alle applicazioni per i
device che chiedono posizione, luogo, orario, dati anagrafici, quadro clinico, sino alla rete costituita
dai molteplici account dei social media ai quali aderiamo e che quasi automaticamente pubblicano,
archiviano tutti i nostri dati.
Il problema non è quello di smettere di essere on-line, ma quello di esserci con maggiore
consapevolezza e, soprattutto, quello di cercare, saper costruire, non aver paura di costruire uno
spazio “altro”, individuale, privato, una zona nella quale confrontarsi solo con se stessi, dove poter
sperimentare in totale solitudine, esprimersi senza tenere in considerazione il giudizio dei “tanti”, in
cui sbagliare senza che l’errore sia assoggettato a un giudizio planetario. Uno spazio di erranza
del fare e del pensare nel quale singolare e plurale possano trovare le contingenze atte ad attivare
un più sincero e auspicabile umanesimo.
L’impopolare, l’insuccesso, il fallimento, sono fondamentali nel processo creativo. Il distacco, la
solitudine, il poco, il piccolo, un’utopia a misura d’uomo, diventano il luogo ideale per la ricerca del
nuovo.
0M/ no place to hide è il tentativo responsabile dell’arte di attivare una rivalutazione del pensiero
individuale, della necessità di ritrovare e costruire dei nuovi spazi di appartenenza, un luogo di
libertà. No place to hide inteso come monito e messaggio, tentativo anche di smettere di
nascondersi, ambito di non tolleranza evidenziata anche dalla scelta grafica del titolo che si muove
solo per scritte come si trattasse di una cartellonistica stradale, di un ordine, di un messaggio per
sollecitare la reazione. No place to hide è ricerca di uno scarto, un’ipotesi di deviazione, un
abbandono costruttivo, un’azione di spostamento in avanti, fuori dal processo di omologazione nel
quale siamo e ci siamo inseriti.
0M/ no place to hide è costituito da un’esposizione collettiva composta da opere create site e
time specific, 2015, degli artisti italiani Alterazioni Video, Lorenzo Commisso, Francesco Jodice,
Masbedo, Marco Mendeni, Marotta & Russo, Ryts Monet, Maria Elisabetta Novello, Elisa Giardina
Papa, Antonio Riello, Michele Spanghero, Giuseppe Stampone.
La posizione curatoriale è quella di lavorare con artisti italiani per un atteggiamento intellettuale
che intende valorizzare i talenti nazionali.
La Galleria offre ai Cittadini un luogo di confronto, di dialogo, di apertura all’Europa e al futuro
dell’arte nelle sue diverse proposte e sollecitazioni, mettendo tutti gli individui in condizione di
guardare avanti con occhi nuovi, guidati dagli esiti artistici di altissimo livello che abbiamo l’onore
di ospitare nella “Comunale”.
*Il titolo è una suggestione che deriva dall’omonimo libro NO PLACE TO HIDE - Sotto Controllo, di
Glenn Greenwald su EDWARD SNOWDEN E LA SORVEGLIANZA DI MASSA: Libertà, sicurezza,
democrazia, privacy.

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