domenica 1 febbraio 2015

Il Foglio volante di febbraio 2015


Invio, in allegato, comunicato stampa e immagine relativi al nuovo numero del “Foglio volante”, con preghiera, per chi ne abbia la possibilita', di diffondere/pubblicare.
Grazie e alla prossima.
Amerigo Iannacone



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COMUNICATO STAMPA

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È uscito “Il Foglio volante” di febbraio 2015

È appena stato spedito agli abbonati “Il Foglio volante - La Flugfolio” (anno XXX n. 2 - febbraio 2015). Vi compaiono testi di Lucia Barbagallo, Loretta Bonucci, Rodolfo del Hoyo Alvaro, Paul François Georgelin, Amerigo Iannacone, Tommaso Lisi, Luciano Masolini, Plinio Perilli,Adriano Petta, Silvana Poccioni, Nicolino Rossi, Gerardo Vacana.
Ricordiamo che per ricevere regolarmente “Il Foglio volante” in formato cartaceo è necessario abbonarsi. L’abbonamento – che dà diritto a ricevere tre libri omaggio per un prezzo di copertina superiore al costo dell’abbonamento (20 euro) – serve anche a sostenere un foglio letterario che non ha altre forme di finanziamento. Per ricevere copia saggio, ci si può rivolgere all’indirizzo: fogliovolante@libero.it oppure al numero telefonico 0865.90.99.50.
Riportiamo, qui di seguito, l’articolo di apertura,a firma Nicolino Rossi, un poesia di Plinio Perilli e una breve nota dalla rubrica “Appunti e spunti”.

In Lode alla Poesia

Riportiamo qui di seguito, l’intervento tenuto il 18 ottobre 2014, in occasione della Premiazione del Concorso “Poesia da tutti i cieli” a Sant’Angelo di Brolo (ME) da Nicolino Rossi, poeta esperantista e membro della Giuria. I testi premiati e segnalati al concorso, 50 in tutto, sono inseriti – tutti in versione bilingue italiano-esperanto – nell’antologia “Poesia da tutti i cieli/Poezio el ĉiuj ĉieloj” (Ed. Eva, Venafro 2014, pp. 184, € 16,00).

Sono ovvi e scontati i ringraziamenti che tutti noi dobbiamo agli Organizzatori di questo splendido Concorso di Poesia, con a capo l’Ill.mo Signor Sindaco Basilio Caruso, le altre Autorità del Comune di S. Angelo di Brolo, assieme al nostro infaticabile motore ed amico Giuseppe Campolo, come ovvi e dovuti sono i ringraziamenti e le congratulazioni ai vincitori dei premi assegnati dalla Giuria. Siamo qui per premiare e testimoniare, sia gli sforzi organizzativi sia il lavoro creativo degli autori. Questo ruolo di premiazione e testimonianza è già ben svolto dai miei illustri Colleghi, io vorrei soltanto limitarmi ad elevare qui, anche se in maniera umile ed inadeguata, un inno, un’orazione in Lode alla Poesia, alla sua Dea o Musa, già immaginata fin da antichissimi tempi.
Oggi, in questo frenetico e contraddittorio ventunesimo secolo è un po’ difficile credere ad una Dea ispiratrice della poesia, ma la Poesia continua a vivere, continua a fare vibrare menti e cuori di molti nostri concittadini e cittadini del mondo che hanno testimoniato, con ben 402 elaborati, di credere in questa Dea. Poesia dunque, o Forza superiore ispiratrice trascinante, che fertilizza le menti, sprona alla creatività i nostri sentimenti piú genuini e pensieri piú alti, al di là e al disopra delle quotidiane nostre miserie. Sembra che la poesia non possa incidere piú di tanto nel nostro quotidiano affannarci, nelle nostre diuturne preoccupazioni della vita familiare, della comunità che ci circonda, del frastuono politico, della chiacchiera mediatica, che non possa scalfire le priorità dei nostri impegni lavorativi e professionali, che non possa ispirarci a raggiungere con maggior impegno i nostri ideali, tutti i nostri ideali, socio-politici, culturali, religiosi, artistici.
Sembra che la donna e l’uomo che si occupa un po’ piú assiduamente di poesia perda il suo tempo, lotti contro i mulini a vento dell’improbabile e dell’imponderabile, sprechi la sua intelligenza, il suo tempo utilizzabile per fini piú produttivi sul proprio percorso di vita. Siamo noi poeti davvero cosí stolti, cosí banalmente puerili? Cosí stupidamente inconsapevoli da sprecare ore, giorni, mesi, a volte anni per dire in versi, per esprimere in modo vibrante e sonoro, alto e sublime, incisivo e tagliente, pacato e rassegnato, quello che noi tutti diciamo ogni giorno con esclamazioni magari, imprecazioni sfuggite, sospiri e moti d’ira repressi, mezze frasi succulente? Noi poeti siamo donne e uomini del nostro tempo, non siamo né piú saggi né piú stolti degli altri, siamo soltanto piú sensibili al vibrare del linguaggio, ai moti dell’animo, alle corde del cuore, alle pulsioni immaginative della mente, alla forza creativa del Verbo, della Parola, del significato fatto suono, cioè della Poesia! Sí, della poesia, questa onnipresente forza universale che alberga sotto tutti i cieli, che vibra sonora in tutte le lingue del pianeta, che emoziona i cuori di donne e uomini appartenenti alle piú svariate culture del globo! Questa Poesia che qui, in questo luogo, oggi sacro, della poesia proveniente da tutto il mondo, oggi risuona nel nostro bell’idioma italiano ed in quella geniale ed altrettanto sonora lingua universale, che tutte le altre affratella e rappresenta, la lingua Internazionale Esperanto!
Or dunque, di fronte a te Poesia noi ci inchiniamo e Ti onoriamo, Ti rendiamo grazie per avere ispirato i nostri concorrenti, averli guidati sui tuoi sentieri di luce, averli condotti alle fonti della tua sublime musicalità, sui prati della tua munifica ricchezza del Verbo, averli fatti sedere al banchetto dei moti piú profondi dell’animo, delle vibrazioni piú alte del cuore. Oh Poesia, i Poeti che qui hanno concorso Ti esprimono gratitudine per averli fatti cantare il dolore del migrante sradicato dalla sua terra, del fratello che soffre ingiustizia, del diverso che subisce violenza, del cittadino costretto a tollerare soprusi imposti da una civiltà che ha smarrito i valori umani essenziali. Ti ringraziano, altresí, per averli indotti a cantare l’amore, la solidarietà fraterna fra tutti i diversi, il senso dell’ umana famiglia, ove la tolleranza sia il sigillo di concordia fra i popoli. Lode, gratitudine e prosperità, a te, Poesia, che dimori sotto tutti i cieli!

Nicolino Rossi
Lo sguardo bianco

1 -

Ondeggia. Sembra stia per cadere.
S’inclina. Passeggia e prega. Sale
e scende gradini, altari, versetti,
parabole... Il Papa che tutti
invece sostiene, perdona e accoglie.
Bianco rito di pace che in divisa
di Bianco benedice il Mondo,
mentre paterno lo ammonisce,
gli parla fermo, severo di candore:
non dubita, non critica ma ascolta.

2 -

Ma sempre ondeggia, il Mondo, sempre
chiede perdono, finge vero il Natale
che ogni giorno gli manca, ché
gli rinasca dentro, ancora bianco
di purezza e d’intenti, mantello bianco
che Dio affida al suo Papa, certo perché
ci copra, stenda lo stesso Bianco
su peccati e virtù, affratellandoli.

3 -

Perché sia nostro, il Bianco, più
non ci ondeggi l’anima, più non
s’inclini, ora che il Mondo snuda,
ferve la sua fede, il bambinello
pesante e lieve che Papa Francesco
eleva, solleva cruciale come un’ostia
– sorriso in bilico, oro d’umiltà, azzurro
sangue di stigmate – piccolo immenso
gesto che ci perdona e ci accoglie.

4 -

Lo sguardo bianco messaggero di Bianco,
angelo già troppo vecchio per questa
gioia gloriosa, ma scoronata d’ali...
Ali che siamo noi!, qui fermi che
ondeggiamo – come tutto il Mondo
che sembra stia per crollare, s’inclina
ma non cade, resiste, s’appoggia solo
a questo cuore o dono, troppo bianco
candido e stanco per non vincere il buio.

                Plinio Perilli
                Roma


Annotazioni linguistiche
di Amerigo Iannacone

Aumenti e rimodulazioni

Avete notato? Da un po’ di anni il costo del telefono, del gas, della corrente elettrica, delle autostrade, ecc., non aumenta piú: vengono “rimodulate le tariffe”. Volete mettere un “aumento” e una “rimodulazione”. Che delicatezza! Si va a pagare allegri e contenti.





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