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Directeur du mauvais movies Quando arriva a Parigi nel 1921 dagli Stati Uniti su invito di Marcel Duchamp, Man Ray è già un instancabile e curioso ricercatore artistico, un professionista della fotografia e, per sua dichiarazione, undirecteur du mauvais movies (regista di brutti film). Si farà subito coinvolgere dal fervore del momento, dagli amici artisti che gli chiederanno dai ritratti fotografici alle collaborazioni di vario titolo nella grande stagione delle avanguardie che dal dada porterà al surrealismo. Una stagione che scorre dagli atelier, ai palcoscenici, agli schermi cinematografici, passando dai bistrot fino alle case sontuose di collezionisti e aristocratici. Il cinematografo, che sta cercando di potenziarsi con il suono e con il colore (che arriveranno negli anni ’30), quasi pretende di contaminarsi con le altre arti, assorbendone suggestioni e stilemi che rielaborerà all’interno del suo specifico.
Le proiezioni saranno introdotte da Carlo Montanaro, storico del cinema e studioso delle avanguardie cinematografiche.
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Lee Miller: Through the Mirror (1985) regia Sylvyan Roumette, d. 54’ prod. Terra Luna Films/La septe/Arte, v.o. sottotitoli in italiano
Lee Miller, musa, modella e compagna di Man Ray a Parigi fra il 1929 e il 1932, raccontata in questo bel documentario che ci fa scoprire, attraverso i ricordi del figlio Anthony Penrose, il suo talento di fotografa di moda e fotogiornalista impegnata a documentare anche gli orrori della guerra e dei campi di concentramento nazisti. Celebri le sue foto della liberazione dei campi di sterminio e quella dove posa nuda nella vasca da bagno che fu di Hitler, nel “Nido d’aquila” del dittatore, in Baviera, appena occupato dagli Alleati.
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Le retour à la raison (1923) regia Man Ray, d. 2’ Manhatta (1921) regia Paul Strand e Charles Sheeler, d. 9’ Rhythmus 21 (1923) regia di Hans Richter, d. 3’ Jeu de reflets et de la vitesse (1923) regia Henri Chomette, d. 8’ Ballet mécanique (1924) regia Francis Picabia, Dudley Murphy e la partecipazione di Fernand Léger, d. 18’ Cinq minutes de cinéma pur (1925) regia Henri Chomette, d. 5’ Anémic cinéma (1926) regia Marcel Duchamp, d. 8’ Emak Bakia (1926) regia Man Ray, d. 17’
La fotografia e il cinema vivono di luce, trasformano la luce in dinamismo, spesso con espedienti semplici ma efficaci, e comunque sempre con una grande dose di distacco e ironia. Il primo film di Man Ray fu presentato il 6 luglio 1923 al Teatro Michel di Parigi durante la Soirée Dada du Coeur à Barbe, come dire “Il cuore barbuto”, organizzata dal poeta Tristan Tzara. Man Ray inoltre collabora con Henri Chomette, fratello di René Clair, alla realizzazione del film Jeu de reflets et de la vitesse e con Marcel Duchamp per Anémic cinéma. Nel novembre del 1926 presenta il suo cinepoema Emak-Bakia girato in estate a Biarritz.
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